Le PMI italiane puntano su assunzioni, competenze specialistiche e flessibilità. Un onore e un onere per le agenzie per il lavoro. Openjobmetis risponde alla sfida con la diversificazione dei suoi servizi: non solo somministrazione, ma anche consulenza e formazione.
Il fattore più incisivo nella crescita di un’azienda? Trovare talenti con le giuste competenze. A sostenerlo sono i top manager delle piccole e medie imprese (PMI) italiane, intervistati insieme ai colleghi di altri 29 Paesi nell’ambito dell’indagine “EY Growth Barometer 2017” condotta da Ernst & Young, nota società di consulenza internazionale. Il capitale umano assume in effetti particolare importanza nelle aziende di dimensioni contenute, anche per la disponibilità di capitali economici e di mezzi di produzione tendenzialmente inferiore a quella delle grandi imprese.
Dall’analisi delle PMI italiane emerge, come vedremo anche più avanti, un quadro vivace quanto a composizione, impiego e ruolo della forza lavoro. La maggior parte dei top manager si dichiara intenzionato ad assumere. Iniziamo, però, con il chiarire cosa si intende esattamente per piccole e medie imprese. Possono essere considerate tali, secondo la definizione dell’Unione europea, le imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.
Come è noto, il tessuto imprenditoriale italiano è costituito in buona parte da aziende di questo tipo (numericamente sono oltre il 99%), che ne rappresentano il vero cuore pulsante. Circa il 70% del totale degli addetti lavora in un’azienda con meno di 250 occupati, ed è particolarmente forte il peso delle microimprese (fino a 9 addetti), che da sole impiegano circa il 30%. Il tasso di crescita delle piccole e medie imprese italiane è del 5,6% in media all’anno.
Portatori di know how
Un mondo ricco di opportunità e interessante, quindi, a cui Openjombetis da sempre dedica particolare attenzione. «Le piccole e medie imprese sono nel nostro Dna – spiega Laura Piccolo, Responsabile Grandi Clienti di Openjobmetis –. Puntiamo su questa tipologia di aziende da un lato per aumentare il numero dei nostri clienti e, dall’altro, per valorizzare al massimo la nostra diversificazione dei servizi. Le imprese con un numero contenuto di dipendenti, infatti, sono meno strutturate, e il loro personale, tendenzialmente, ha un grado di specializzazione non elevatissimo perché in molti casi le persone svolgono compiti diversi. Si rende quindi spesso necessaria – oltre al lavoro di somministrazione con il quale forniamo le risorse di cui hanno bisogno – anche un’attività di consulenza e formazione, con cui interveniamo nell’organizzazione interna delle imprese e qualifichiamo il loro personale».
Non solo un fornitore, quindi, ma un vero e proprio consulente ad ampio raggio. È così che Openjobmetis si presenta alle PMI, ponendosi come interlocutore credibile su questioni molto sentite. «In questi tempi – prosegue Laura Piccolo – le aziende non possono limitarsi a fare ciò che hanno sempre fatto, nel modo in cui l’hanno sempre fatto. Devono invece guardarsi intorno, cercare il confronto con altre realtà. Molte imprese se ne sono rese conto, perciò riscontriamo una certa curiosità verso il know how e le esperienze di cui siamo portatori».
Indipendenza e specializzazione
La relazione speciale fra agenzie per il lavoro e PMI è motivata anche dal fatto che queste ultime guardano con particolare interesse alla flessibilità e ai nuovi tipi di rapporto lavorativo. Dall’“EY Growth Barometer 2017” emerge infatti che circa un quarto dei manager di PMI italiane si focalizza sull’assunzione di personale a tempo pieno, con una buona percentuale (il 19%) concentrata sulla ricerca di collaboratori esterni o indipendenti. Che si tratti di dipendenti o consulenti, le esigenze delle aziende non cambiano: le competenze specialistiche più richieste riguardano i settori ICT, scienza e tecnologie, sanità.
Dunque da un lato assistiamo a una diversificazione delle aspettative (dei datori di lavoro) e delle forme di collaborazione, dall’altro ci troviamo di fronte a una ben precisa richiesta di profili specialistici. Qual è la posizione di Laura Piccolo su quest’ultimo punto? «Le figure più ricercate sono sempre quelle dei vari periti, degli ingegneri, dei laureati di primo livello in materie scientifiche”.
Permane quindi ancora uno squilibrio fra ciò di cui ha bisogno il mercato del lavoro e gli indirizzi professionali intrapresi da chi aspira a entrarvi. Ciò porta la Responsabile Grandi Clienti di Openjobmetis a una riflessione di fondo, che tocca una questione di tipo culturale: «Esiste fra i ragazzi un problema di percezione rispetto ai lavori di produzione; spesso, infatti, preferiscono puntare verso altri lavori “per non sporcarsi le mani”. Scelta legittima, ma forse dettata da un’idea di fabbrica ormai superata, che non tiene abbastanza conto dei casi in cui la produzione si svolge in luoghi estremamente accoglienti, spesso migliori di qualche ufficio, e implica attività qualificate e gratificanti». Una considerazione specifica, infine, sul mondo digital, altro settore oggi molto gettonato: «In questo caso ci scontriamo con l’insufficienza dell’istruzione scolastica e con l’oggettiva difficoltà ad assecondare i rapidi mutamenti delle competenze richieste. Per colmare il gap scuola-lavoro, siamo il più possibile al fianco degli enti di istruzione, eroghiamo formazione e incoraggiamo le aziende a promuovere partnership pubblico-privato».